Gipo Arbino, coach di Sonego: “Credo tantissimo in questo progetto”

gipo arbino coach di lorenzo sonego

Eletto da pochi giorni “Insegnante dell’anno” in occasione dei Supertennis Awards, Gipo Arbino ha abbracciato fin dalla prima ora i progetti di I Tennis Foundation, e in modo particolare Torino Tennis Talents. Assoluto protagonista della straordinaria storia di Lorenzo Sonego, Gipo non è e non sarà mai una persona che ama guardarsi indietro: per lui ci sono sempre cose nuove da imparare, da insegnare e quindi nuovi obiettivi da raggiungere. Anche per questo motivo ha deciso di condividere la mission di I Tennis Foundation e realizzare un progetto che aiutasse concretamente quei giovani talenti che non hanno grandissimi successi da junior ma hanno tennis e determinazione a sufficienza per tentare la stessa scalata del “suo” Lorenzo.
“Io credo tantissimo in questo progetto perché Lorenzo non era un predestinato. Era un ragazzino che si è presentato qui allo Sporting a fare una prova per entrare a giocare nella SAT e aveva 11 anni – analizza lo stesso Gipo Arbino – Dalla sua c’era il vantaggio che giocando a calcio aveva un grande senso del rimbalzo e grandi capacità tecniche, quindi era evidentemente portato. Sono quindi convinto che la valorizzazione dei ragazzi in età giovanile dia più chance per tirare fuori dei giocatori”.

Intravvedi nei ragazzi del progetto Torino Tennis Talents delle caratteristiche che alla loro età aveva anche Lorenzo?
“Devo dire che questi ragazzi sono uno diverso dall’altro. Hanno tutti buone capacità coordinative e tecniche, quindi giocano bene. Hanno una buona classifica italiana, ma come per Lorenzo non posso sbilanciarmi. Io non ho mai pensato che Lorenzo potesse diventare un grandissimo giocatore com’è adesso. Ho sempre cercato di fare il mio dovere, di farlo crescere nel miglior modo possibile, allenandolo e dandogli tutte le possibilità per saper giocare bene. Poi ovviamente ogni giocatore ha delle qualità naturali che fanno la differenza. Il compito dei maestri è quello di insegnare a giocare bene e io punto molto sia sull’aspetto tecnico ma anche su quello mentale e fisico. Quindi il lavoro di ogni team di maestri – che ormai sono veramente bravi ovunque – è quello fare il meglio per crescere un ragazzo che sia a posto tecnicamente e fisicamente”.

Come si struttura il progetto Torino Tennis Talents?
“I ragazzi che sono stati scelti continueranno ad allenarsi con lo staff del Circolo della Stampa Sporting con a capo il direttore tecnico Fabio Colangelo, con cui collaboro in maniera eccezionale: ci scambiamo pareri, non solo su loro cinque ma un po’ su tutti i ragazzi. Ovviamente io avrò un occhio di riguardo, li seguirò e insieme ai loro maestri cercheremo di fare il meglio per portarli ad avere un bagaglio tecnico completo e fare una programmazione dei tornei corretta ed efficace.

Quanto è cambiato il modo di insegnare il gioco del tennis?
“Diciamo che avendo io tanti anni di esperienza, il grosso di ciò che mi hanno insegnato alla scuola maestri è sempre valido, però il tennis è molto evoluto, è molto più fisico, c’è una maggiore informazione e c’è molto più collaborazione fra i maestri. La Federazione funziona in maniera eccezionale e ci ha aiutato tanto, ma so che aiuta tantissimo tutti dando anche indicazioni tecniche e di lavoro: quando anni fa avevo altri giocatori con punti ATP o WTA queste informazioni mancavano. Adesso stiamo andando molto bene e ci sono le idee chiare e io stesso ho sono veramente migliorato rispetto a quello che ero di anno in anno. Diciamo che ogni due o tre anni c’è un piccolo salto di qualità e infatti continuo a imparare. Siamo stati recentemente ad allenarci all’Accademia di Rafa Nadal e ho cercato di confrontarmi il più possibile con un grande come lo Zio Toni. Bisogna essere come delle spugne e cercare sempre di imparare, di aggiungere conoscenze, in modo da poterle trasferire ai ragazzi”.

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